“Finalmente la mostra di Blanchaert” (Andrée Ruth Shammah)

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Inaugurazione: 16 febbraio 2017, dalle ore 18:00

Bagni Misteriosi del Teatro Franco Parenti, Via Carlo Botta 18, Milano

Ingresso libero
.

Orari della mostra : lun-dom dalle 16 alle 20 (fuori orario su appuntamento)

t. 3464178879 – mostre@bagnimisteriosi.comwww.bagnimisteriosi.com

A cura di Fondazione Pier Lombardo

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Il 16 febbraio 2017 inaugura ai Bagni Misteriosi del Teatro Franco Parenti la mostra personale di Jean Blanchaert con opere inedite realizzate nell’arco di quarant’anni.

Più di cinquecento opere comporranno la mostra di un artista poliedrico che da sempre da’ forma, deforma, raffina e sostanzia l'(in)immaginabile, tra influenze dada, fascinazioni surrealiste, contrattempi espressionistici, assonanze comiche, contraltari semantici, caotiche casistiche umane e ritratti a tratti.

Jean Blanchaert è una molteplicità: è quella linea continua che scivolando lungo il contorno delle figure trasmuta le forme conosciute in sconosciute associazioni e metamorfosi, di bocche che cinguettano, timbri che diventano occhi, punti di domanda ora guance, lettere divenute frammenti di un universo fantastico dove le G sublimano in gocce e le A in fiori.

La linea attraversa anche corpi e diventa a tratti freccia che: lascia le vittime illese e forse inconsapevoli; prosegue la fisionomia di un mento indicando forse niente; disegna la silhouette di un corpo puntando le due estremità e facendole coincidere.

Senza sollevarsi mai dalla carta la linea ha disegnato negli anni un ritratto che è la somma di tutti i ritratti: quello dell’artista. Di questo ritratto la mostra è la dovuta immagine, come forma del magico rapsodico, complicato, trasparente, univoco, semplice, polifonico: insensato perché ricolmo di sensi. Sinestetico perché significante di infiniti significati.

In mostra saranno presentate gli inchiostri che hanno saputo disvelare le fisionomie ignote dei Santi e dei Giusti ma anche sculture in vetro e altre carte, leggerissime o grevi, dove sarà possibile rintracciare parole in libertà intrecciate a tratteggi del reale, tanto più vero quanto più inverosimile, verosimile proprio perché completamente reinventato.

Una videoinstallazione sarà il contrappunto in filigrana al ritmo delle opere, con incursioni casuali nelle apparizioni dell’artista in video, ora scultore del vetro ora Karl Marx ora maestro calligrafo ora critico d’arte ora illustratore ora antiquario ora gallerista ora santo ora profeta.

Ora, semplicemente, Jean Blanchaert.

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